Il tulipano nero – Alexander Dumas

by La Libraia

RECENSIONE ROMANZO IL TULIPANO NERO DI ALEXANDER DUMAS, SELLERIO EDITORE.

Se si cerca Tulipano nero su Google, il primo risultato che appare riguarda il cartone animato giapponese che si guardava in tv negli anni ’80/’90 ed è sicurante la prima cosa che viene in mente anche a chi in quegli anni era bambino o adolescente.

Ma pochi sanno che questo è il titolo di un libro pubblicato ancora prima che andassero in onda le avventure della Stella della Senna e, ancor meno si sa che il manga ha niente a che fare con la storia di Alexandre Dumas.

Lo scrittore – Dumas padre  ha infatti scritto Il tulipano nero nel 1850, in collaborazione con Auguste Maquet, scrittore e drammaturgo anche lui francese; il quale, tra l’altro, ha contribuito anche alla stesura della trilogia de I tre moschettieri, i primi due volumi della trilogia degli ultimi Valois, Il conte di Montecristo e altri, oltre alle sue opere personali.

Il 20 agosto 1672, l'Aia, così bianca, così vitale e gaia che ogni giorno sembra domenica; L'Aia, con il suo parco ombroso, i grandi alberi che si inchinano verso le case gotiche, i canali che come grandi specchi riflettono i campanili dalle cupole quasi orientali, il 20 agosto 1672, dicevamo, la capitale delle Sette Province Unite venne inondata da una marea nera e rossa di cittadini frettolosi, ansimanti, eccitati, che correvano, il coltello alla cintura, lo schioppo in spalla ed il bastone in pugno, verso il Buitenhof.

Trama

Costruito sullo sfondo di eventi accaduti realmente nella società francese del Seicento, questo romanzo racconta la passione di un coltivatore di tulipani (anzi, due coltivatori) che si ritrova prigioniero con sentenza di impiccagione per aver assecondato la sua grande ambizione di riuscire a creare il re dei tulipani, quello dal perfetto colore nero. Impresa per la quale, la città di Haarlem (Paesi Bassi) offre una ricompensa di centomila fiorini.

Cornélius Van Baerle, ricco gentiluomo, affronta l’impresa senza tenere in minima considerazione la ricompensa economica in palio ma avendo come unico obiettivo la conferma che la sua immensa passione per il fiore perfetto valesse i sacrifici fatti per anni. Tanto che egli offre la somma del premio a chi  promette di portare a termine la sua opera mentre lui è imprigionato. 

Molti gli ostacoli seminati lungo il percorso dall’altro partecipante al concorso, Isaac Boxtel, che disposto a tutto per accaparrarsi il premio, organizza l’impossibile per rubare a Cornèlius Van Baerle i frutti delle sue fatiche, impedendogli di lavorare alla ricerca sia prima della reclusione che durante. 

Cornélius, però, non si arrende e non rinuncia alla realizzazione della grande impresa neanche dopo l’annuncio della sua condanna a morte.

- Mio Dio! Mi avete ricompensato della prigionia e dell'ingiusta condanna facendo bussare alla mia porta questi due fiori – […] Cornelius, con il fiato sospeso, sfiorò con le labbra la cima del fiore, e mai bacio dato alle labbra di una donna, neppure a quelle di rosa, gli entrò così profondamente nel cuore.

La penna di Alexander Dumas, per chi ancora non avesse avuto la fortuna di leggerne le opere, è quanto di più vicino alla perfezione narrativa. La sua capacità di intrecciare storie di fantasia con la storia reale è formidabile tanto quanto quella di far vivere al lettore i luoghi, i personaggi e le sensazioni grazie alla sua meravigliosa capacità di descrizione.

Passione, ambizione, coraggio, amore, lealtà, dedizione, sono i perni di questa magnifica storia.

Ne consiglio vivamente la lettura.

 

Recensione scritta da Valentina Costa

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